Il Buddha Primordiale e i Buddha Cosmici rappresentano, simbolicamente, il fondamento della raffinata teogonia del Buddhismo Vajrayana, confluita poi nel Buddhismo Tibetano, dove li ritroviamo raffigurati spesso.
Raffigurati spesso insieme, il Buddha Primordiale e i Buddha Cosmici, nel loro complesso vengono anche chiamati Dhyani Buddha – letteralmente Buddha della Meditazione – per il loro importante ruolo simbolico nell’esemplificazione delle realizzazioni da raggiungere per poter accedere all’Illuminazione.
Adibuddha o Buddha Primordiale
L’Adibuddha incarna simbolicamente la condizione di originaria purezza di tutti i fenomeni: questo concetto si formò originariamente intorno al X – XI secolo in India, da dove passò poi in Nepal e Tibet.
Si tratta di un principio astratto: Adibuddha o Buddha Primordiale è “l’Esistente per sé”, colui che è sempre esistito e sempre esisterà. All’interno del Buddhismo è il concetto che più si avvicina al monoteismo occidentale: descrive infatti un principio originario assoluto ed unico e rappresenta la non-dualità della realtà fenomenica e l’incarnazione del teorema per cui ogni cosa è connessa.
Nella teogonia del Buddhismo Vajrayana è ciò che si trova all’origine di tutte le cose: da esso, solo in un secondo momento e come effetto dell’autocontemplazione di sé stesso, verranno generati i Jina o Buddha Cosmici.
Pertanto mentre l’ Adibuddha o Buddha Primordiale rappresenta l’espressione del corpo assoluto e atemporale dei Bhudda – dharmakaya – i Jina sono invece manifestazioni concrete, dotate pertanto di un corpo formale – sambhogakaya.
L’ Adibuddha o Buddha Primordiale è normalmente raffigurato con la pelle di colore blu scuro.
Jina : i 5 Buddha Cosmici
I Buddha Cosmici sono detti anche Jina – i “Vittoriosi” – in quanto rappresentano il superamento delle false apparenze dualistiche. L’attributo “Cosmici” si riferisce invece al fatto che rappresentano i paradigmi di tutti i fenomeni della realtà nel loro aspetto purificato.
Nessuna di queste figure è un Buddha storico: rappresentano invece ciascuno un aspetto dell’illuminazione o del Buddha Primordiale o Adibuddha.
Originariamente lo sviluppo dei Buddha Cosmici è legato al Buddhismo Mahayana: il gruppo originario era costituito dalla triade Amitabha – figura mitica del fondatore della Scuola della Terra Pura – Aksobhya e Vairocana, cui si aggiunsero in epoca posteriore Amoghasiddhi e Ratnasambhava a formare una pentade.
La classificazione più diffusa li vede pertanto nel numero di 5, ciascuno a capo di una specifica “famiglia”. Questo modello delle cinque famiglie dei Buddha è un modello di interpretazione simbolica della realtà che raggruppa i fenomeni psicofisici in un sistema a base 5 – 5 elementi, 5 aggregati, 5 sensi, ecc…- e che sottintende anche la trama sottile che lega tutti gli aspetti della realtà.
Spesso vengono raffigurati all’interno di un mandala, dove sono orientati in modo simbolico; oppure ciascuno di essi può presiedere a un mandala dedicato alla sua “famiglia”.
L’utilizzo del mandala è fondamentale nella ritualità tantrica e nel Buddhismo Vajrayana: infatti è proprio attraverso esso e in particolare attraverso la visualizzazione delle divinità a cui è dedicato, che avviene il processo di trasmutazione delle impurità in fenomeni puri.
Dunque ogni Buddha Cosmico rappresenta l’aspetto purificato di un aggregato, una delle cinque saggezze e una delle cinque passioni trasmutate.
Vairocana
Vairocana rappresenta la trasmutazione dell’ Ignoranza in Saggezza.
Generalmente viene raffigurato di colore bianco e nella posizione del Dharmachakra mudra.
Nelle raffigurazione collettive occupa sempre la posizione centrale – a testimonianza del centrale valore simbolico di questa particolare trasmutazione – con gli altri 4 Jina posizionati nelle 4 direzioni o punti cardianali: nord, sud, est ed ovest.
Amitabha
Amitabha è associato al punto cardinale occidentale e alla famiglia del Padma – loto, simbolo della compassione; infatti il bodhisattva da lui emanato è Avalokitesvara.
Rappresenta la saggezza del Discernimento e la trasmutazione dall’Attaccamento.
E’ raffigurato di colore rosso, spesso in Dhyana mudra; l’animale a lui associato è il pavone – animale regale per eccellenza.
Aksobhya
Aksobhya esemplifica la trasmutazione della Collera nella Calma della Saggezza, tant’è che il suo nome significa proprio “Imperturbabile”.
In genere è raffigurato di colore blu, in Bhumisparsha mudra, associato al punto cardinale orientale e alla famiglia del Vajra, un oggetto centrale e di altissimo valore simbolico nel sistema degli oggetti sacri del Buddhismo Tibetano.
Presiede alla Terra Pura Orientale e il suo animale simbolico è l’elefante: un animale, come il pavone, associato tradizionalmente a molte importanti divinità, prime fra tutte Ganesh, colui che rimuove gli ostacoli.
Amoghasiddhi
Amoghasiddi – il cui nome significa “Infallibile Realizzazione” – presiede al punto cardinale settentrionale, ed è tradizionalmente raffigurato in verde. Insieme a Ratmasambhava, venne aggiunto alla triade originaria solo in un periodo successivo.
Appartiene alla famiglia dell’azione – karman – ed è rappresentato in Abhaya mudra.
Simboleggia la saggezza della Realizzazione raggiunta attraverso la trasmutazione dell’Invidia.
Suoi attributi sono il doppio vajra e la spada, mentre l’animale a lui associato è Garuda.
Amoghasiddhi non è destinatario di un culto specifico e viene solitamente rappresentato in associazione con gli altri Jina.
Ratnasambhava
Ratnasambhava – letteralmente “Nato dalla Gemma” – è associato al sud ed è rappresentato di colore giallo, normalmente in Varada mudra.
La sua famiglia è il Gioiello – ratna – mentre l’animale a lui associato è il cavallo.
Rappresenta la saggezza dell’Uguaglianza, espressione della trasformazione dell’Orgoglio. Il bodhisattva sua emanazione è Ratnapani.
Fortemente connesso ad Amoghasiddhi, come quest’ultimo venne aggiunto a formare la pentade solo in un periodo successivo.
Sempre come Amoghasiddhi, Ratnasambhava non è destinatario di un culto specifico ed è rappresentato soprattutto nei mandala collettivi dei Jina o Buddha Cosmici.
Liberamente tratto da N. Celli, Dizionari delle religioni – Buddhismo, Mondadori Electa, 2006
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